venerdì 28 marzo 2008

Journey to Italy

USA, 1997
Regia: Lucas Kazan
Interpreti: Derek Cameron, Erik Kovak, Dario D'Alba, Wolff, Davide Solari, Michele Siciliani, Bruno Di Martino, Gianni Bucciarelli, Ivan Forti, Julian, Marco Balestra, Mirko

I film di Lucas Kazan sono sempre stati degli appassionati tributi alla sua Italia, e alla bellezza del maschio italiano. Fin da questo Journey to Italy, il suo debutto da regista, che mostra già tutte le caratteristiche delle sue successive opere, e mostra un regista già padrone di un suo stile originale... un regista che giustamente ha fatto strada.
Si tratta di una sorta di racconto di formazione... il bellissimo Derek Cameron, in viaggio in Italia, scopre la sconosciuta dimensione del sesso gay, e alla fine trova persino l'amore di un bel ragazzo italiano. Naturalmente il porno è preponderante sulla trama e sui dialoghi, che però aggiungono quel qualcosa in più che rende il film molto piacevole.
Lucas Kazan dimostra un particolare gusto dell'inquadratura nel filmare un'Italia da cartolina, e tecnicamente il film è ben fatto. I colori e i perfomer rimandano ai film di Kristen Bjorn, ma con un'"italianità" tutta inedita. Bellissimi gli attori, stellare il sesso, con la bellissima scena finale outdoor in cui Derek Cameron lo prende da dietro mentre si tiene a una vespa (quale simbolo italiano poteva essere meglio di questo?) e viene addirittura sul sellino...
In definitiva, un porno da raccomandare.

lunedì 10 marzo 2008

Passio

USA, 2007
Regia: Matthias von Fistenberg
Interpreti: Danny Fox, Adam Faust, Brock Hatcher, Demetrius, Dimitri Santiago, Hank Dutch, Jon Matthews, Rick

Se pensavate che L'ultima tentazione di Cristo di Scorsese fosse blasfemo, allora dovete proprio ricredervi guardando questo nuovo prodotto targato Dark Alley Media, che della passione di Cristo dà addirittura una versione porno gay. Operazione sicuramente discutibile, ma non si tratta di una parodia, quanto piuttosto di un film serio e cupo, sporco e disturbante. Per me che ho una sorta di feticismo religioso, l'appuntamento era immancabile.
Devo dire subito che in gran parte è stata una delusione: mi spiego. In realtà gran parte delle promesse non sono mantenute. Non c'è una vera e propria trama, ma solo quattro lunghe scene di sesso come il 99% dei film porno ci ha abituato. Quindi chi si aspettava qualcosa di innovativo o addirittura portatore di un qualche senso si è necessariamente illuso. Si tratta di un porno, né più né meno; non sarebbe difficile trovarci implicazioni muistico-psicanalitiche, ma sinceramente non credo che nella mente degli ideatori questo sia il senso primario del film. Semmai una ricerca dello scandalo a buon mercato.
Venendo al film, bisogna dire che dal punto di vista dei valori di produzione non è niente male. La messinscena più che ricreare un tempo antico si limita saggiamente ad accennarvi, tramite tendaggi colorati e candele, creando uno spazio atemporale. La fotografia è patinata. Nel lavoro registico non mancano felici intuizioni.
Quattro scene, dicevamo, intervallate dal regista-evangelista che scrive al computer sul tetto di un grattacielo. Nella prima troviamo un uomo definito dai titoli di testa come "The keeper of the brotherhood of men" e un suo nuovo discepolo. Nella seconda interagiscono Ponzio Pialto e il sacerdote Caifa. E fin qui niente di speciale. Porno di ordinaria amministrazione. Con la terza scena inizia la blasfemia vera e propria: l'ultima cena diventa un'orgia, con tanto di discepolo che viene nel calice. L'ultima scena è decisamente la più interessante, anche dal punto di vista delle possibili interpretazioni: un prete (moderno) prega davanti a Gesù (nudo) in croce, dopodichè lo frusta e gli pratica del sesso orale. Poi Gesù scende dalla croce e lo prende da dietro abbastanza brutalmente. Qui l'atmosfera si è fatta decisamente cupa e angosciante.
Per finire, direi che dal punto di vista del sesso il film è assolutamente ok, soprattutto per gli amanti del "rough sex" e degli uomini maturi. Se cercavate un porno in qualche modo innovativo, però, dovete accontentarvi, perché questo lo è solo in minima parte: una maggiore attenzione alla trama non avrebbe guastato.
P.S.: notare l'iconografia di Gesù, lontana anni luce dalla solita a cui siamo abituati: capelli cortissimi.